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La difficile equazione dell’abuso d’ufficio in Italia

La revisione dell’abuso d’ufficio suscita dibattiti in Italia. Scopriamo insieme i dati e le prospettive legali.

Con l’inasprimento del dibattito sull’abuso d’ufficio, l’Italia si trova a dover affrontare una questione delicata che alimenta ampie riflessioni in ambito giuridico e sociale. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha evidenziato la necessità di effettuare una corposa rivisitazione di una normativa che sembra avere risvolti processuali spesso infondati, provocando non poche controversie e stigmatizzazioni ingiuste nei confronti degli amministratori pubblici.

Secondo i dati pubblicati, appare sorprendentemente elevato il numero di procedimenti per abuso d’ufficio che si concludono con una archiviazione, al punto che nell’85% dei casi le accuse si rivelano prive di fondamento, ossia populate da un autentico “abuso dell’abuso di ufficio”. Questa percentuale supera significativamente la media nazionale di archiviazione penale, che si assesta attorno al 65%

Nel corso del 2021, ad esempio, si nota che su 5.418 persone indagate, 4.613 hanno visto il loro procedimento archiviato, e soltanto 18 su 513 sono state effettivamente condannate. Una situazione che pone in evidenza non solo la possibilità di una riforma necessaria, ma anche la presenza di una burocrazia giudiziaria lenta e spesso dannosa per l’immagine di chi ricopre ruoli pubblici.

Il cosiddetto ‘ddl Nordio’ potrebbe portare il reato di abuso d’ufficio ad avere solamente rilevanza amministrativa, eliminando così la pena detentiva a favore di sanzioni pecuniarie. Va notato che ciò non intaccherà la gravità di reati associati come la concussione, la corruzione e il peculato, che saranno puntualmente perseguiti.

Si consideri poi la storia di questo reato: la prima modifica risale al governo Andreotti nel 1990, che mirava a restringerne l’ampiezza. Seguirono interventi di affinamento sia nel 1997, durante il primo governo Prodi, sia nel 2020 sotto la gestione di Giuseppe Conte, questi ultimi finalizzati a una maggiore specificità dell’applicazione del reato.

Nonostante questo, l’indice di percezione della corruzione indica per l’Italia una posizione intermedia a livello europeo e globale, mostrando come l’opinione pubblica percepisca ancora il territorio nazionale come affetto da una non trascurabile problematica legata alla corruzione.

La revisione dell’abuso d’ufficio rappresenta quindi un complesso bilanciamento fra la necessità di proteggere l’integrità dell’amministrazione pubblica e l’urgenza di tutelare gli amministratori da accuse ingiuste e da un sistema che a volte può apparire eccessivamente predatorio.