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Industria pirotecnica: drastica riduzione degli affari

L’industria dei fuochi d’artificio affronta un grave declino, con un calo dell’80% del giro d’affari.

La magia incantatrice dei fuochi d’artificio ha da sempre illuminato i cieli durante le festività e gli eventi speciali, sprigionando una gioia effimera in colorate esplosioni. Tuttavia, dietro lo splendore si cela un’industria inaspettatamente in declino, che ha visto precipitare il proprio giro d’affari e si trova ora a confrontarsi con cambiamenti significativi. Gli ultimi anni hanno infatti segnato un punto di svolta per il settore pirotecnico, evidenziato da un calo drastico nei volumi di importazione e nelle vendite interne.

Nell’Unione Europea, l’importazione di fuochi d’artificio da paesi extra-EU è crollata a 29.200 tonnellate, ammontando a soli 90 milioni di euro, una cifra palesemente inferiore rispetto ai 264 milioni di euro del 2019, segnando una diminuzione superiore al tris in soli pochi anni. Il trend negativo è corroborato dagli importi del 2020, quando furono importate 79.700 tonnellate di fuochi per un valore di 190 milioni di euro. Un segno tangibile di un’industria sotto assedio.

Il contesto italiano chiarisce ulteriormente l’entità della crisi: l’Associazione Pirotecnica Italiana (Asspi) stima una rete di oltre 2mila aziende, con un impatto occupazionale di 10mila addetti e un giro d’affari che si aggira intorno ai 600 milioni di euro. Un numero che potrebbe sembrare imponente ma che rappresenta, in realtà, l’ombra di un settore un tempo ben più fiorente.

La contrazione economica trova spiegazione anche nella crescente presa di posizione dei Comuni contro l’uso dei fuochi d’artificio durante il Capodanno. Una politica di cautela ambientale e di sicurezza pubblica ha portato molti sindaci, come quello di Roma e di Genova, a promulgare ordinanze che limitano o vietano del tutto lo sparo di botti e petardi in occasione delle festività. A Roma, per esempio, si è arrivati al punto di proibire i fuochi pirotecnici non autorizzati per l’intera durata delle festività natalizie.

La necessità di tali misure diventa ancor più evidente alla luce dei dati sui danni fisici causati dai fuochi d’artificio. Dal 2012 al 2023, si sono registrati in Italia 6 decessi e 3.220 feriti a causa dell’utilizzo improprio di queste dispositivi durante i festeggiamenti di Capodanno. Solo nell’ultimo anno, 180 persone hanno richiesto cure mediche urgente, di cui 48 ricoveri e 11 casi gravi. Non meno preoccupante il bilancio degli animali domestici e selvatici: migliaia sono le vittime degli effetti indiretti legati all’uso dei petardi.

Mentre le statistiche degli anni precedenti riflettono anch’esse un quadro preoccupante, si osservano trend in aumento di minori feriti e di incidenti legati all’uso di fuochi d’artificio illegali, spesso causa di gravi infortuni. Il contesto è reso ancora più inquietante dai casi di ferimento da colpi d’arma da fuoco durante le celebrazioni di fine anno, che hanno visto un incremento nel confronto fra gli anni 2022 e 2023. Di conseguenza, sempre più esperti e cittadini esprimono il desiderio di festeggiamenti più sicuri e rispettosi dell’ambiente e della salute pubblica.

Per concludere, sebbene i fuochi d’artificio restino un elemento affascinante della nostra cultura festiva, urge la necessità di riconsiderare le tradizioni in nome di una maggiore sicurezza e sostenibilità. L’incanto della luce deve ora armonizzare con la tutela dell’incolumità e del benessere collettivo, forzando così un’industria storica a reinventarsi di fronte a cambiamenti sociali e normativi sempre più stringenti.

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