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Valutare l’inventario protezioni ABCC

Scoprite l’analisi della gestione delle risorse protette tramite ABCC e come ottimizza la continuità operativa aziendale.

Gestione ottimale delle risorse protette: l’approccio ABCC

Il mondo aziendale si muove sempre più verso metodologie in grado di garantire una solidità operativa in ogni circostanza, con la Business Continuity che si posiziona come elemento imprescindibile per chi desidera navigare sicuro in un mare di dati e applicazioni. Quest’oggi, grazie alla piattaforma ABCC (Azure Business Continuity Center), questa resilienza si concretizza ulteriormente, consentendo una gestione dettagliata e olistica delle risorse protette all’interno di un’infrastruttura IT.

In tal contesto, il caso di Tailwind Traders emerge come esemplare. L’azienda, avendo configurato la soluzione di Azure Site Recovery per assicurare la salvezza di 40 macchine virtuali VMware nel cloud di Azure, decanta ora i benefici di un ambiente di lavoro dove la sicurezza e l’affidabilità non sono più mere aspirazioni ma una realtà tangibile. L’amministratore BCDR dell’azienda, John, può ora sfogliare con facilità l’inventario dei propri oggetti protetti, valutandone lo stato e le prestazioni.

Verifica dello stato delle protezioni

Visitando la sezione ‘Protected Items’ all’interno di ABCC, o agganciandosi direttamente dalla dashboard attraverso la tessera ‘Protection Status’, John può godere di una vista centralizzata e scalabile della propria topologia di protezione. Effettuando un ampio resoconto delle risorse protette, differenti per sottoscrizione, gruppo di risorse e localizzazione, si ottiene una prospettiva unificata che copre ampie soluzioni.

La vista dettagliata dello stato di protezione permette di individuare, per ciascuna risorsa, tutte le informazioni necessarie: dal nome della risorsa ai dettagli sulla soluzione configurata, passando per lo stato della protezione, sia nella regione primaria che in quella secondaria. La determinazione dello stato di protezione si basa su una gerarchia precisa, dove la prevalenza è data allo stato ‘Disattivato’, seguito da ‘In pausa’ e ‘In attesa di protezione’, per concludere con lo stato ‘Protetto’.

La centralità di RPO e RTO nel raggiungimento di un’eccellente protezione dati

I concetti di Recovery Point Objective (RPO) e Recovery Time Objective (RTO) risultano determinanti quando si parla di Business Continuity. Il primo rappresenta la quantità di dati che si è disposti a perdere prima di un backup; il secondo, invece, la durata massima di assenza di accesso ai dati o all’applicazione. Questi due valori guidano nella definizione della frequenza di backup e nell’implementazione della strategia di ripristino.

Personalizzazione e azioni sui dati protetti

Con la possibilità di personalizzare la visualizzazione e applicare filtri, ABCC si dimostra essere uno strumento versatile, consentendo di agire sui parametri di protezione attraverso una serie di comandi dedicati. John può operare configurazioni di protezione, ripristino e altri interventi su più sorgenti dati simultaneamente, ottimizzando così il controllo sulla sicurezza dei dati. La piattaforma ABCC segnala inoltre la sua flessibilità permettendo la gestione di risorse non solo all’interno dell’ecosistema Azure ma anche in ambienti ibridi e non-Azure.

Conclusioni e sviluppi futuri

Al termine della sua indagine sull’inventario delle risorse protette, John può contare su un quadro estremamente chiaro e dettagliato delle misure di protezione adottate, avvalendosi della facility ABCC. È con impazienza che attendiamo di approfondire, nel prossimo capitolo, il percorso di John nell’analizzare la copertura di sicurezza per gli oggetti protetti.