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OpenAI e l’utilizzo controverso della voce di Scarlett Johansson

OpenAI si trova al centro di un acceso dibattito dopo aver impiegato senza permesso la voce di Scarlett Johansson per un nuovo progetto vocale. Scopri di più!

Recentemente, OpenAI ha attratto l’attenzione dei media per le sue innovazioni nel campo della sintesi vocale, in particolare con il lancio della versione avanzata di ChatGPT, denominata Omnia. Questa tecnologia presenta un notevole progresso rispetto alle voci artificiali tradizionali, come quelle di assistenti digitali ben noti, capaci di fondere realismo e interattività. Tuttavia, le cose non sono andate come previsto quando è emersa la notizia che OpenAI aveva utilizzato la voce di Scarlett Johansson senza il suo consenso.

La modalità vocale Omnia permette a ChatGPT di rispondere in modo fluido e istantaneo, adattandosi al contesto della conversazione. Essa è in grado di gestire le interruzioni e persino di emettere suoni di risate per interagire in modo più naturale con gli utenti, ponendo così una nuova sfida nel settore della synthetic intelligence.

Il problema è scaturito quando gli utenti hanno notato che veniva utilizzata la voce dell’attrice, famosa per i suoi ruoli cinematografici, in scenari per i quali non aveva dato il suo esplicito consenso. Questo ha sollevato questioni significative riguardo alla privacy e alla proprietà intellettuale, nonché sul diritto degli individui a controllare come vengono utilizzate le loro voci e identità. La questione giuridica dietro questo utilizzo improprio solleva interrogativi profondi nel contesto dell’etica tecnologica e del diritto d’autore.

Reagendo alle polemiche, OpenAI ha intrapreso azioni correttive, tentando di affrontare le preoccupazioni espresse dall’attrice e dai suoi rappresentanti. Non è chiaro se le iniative intraprese siano sufficienti per placare i timori, peraltro evidenziando l’importanza di definire normative chiare riguardo alle tecnologie emergenti. Ciò accade in un contesto in cui le tecnologie di intelligenza artificiale stanno evolvendo rapidamente, superando i confini tradizionali di ciò che è considerato accettabile.

La questione non è soltanto una preoccupazione per i diritti di Scarlett Johansson; essa si estende a tutti coloro la cui voce potrebbe essere utilizzata in modo simile. Con l’accelerazione della creazione di contenuti digitali, diventa cruciale che aziende come OpenAI adottino misure rigorose per garantire che i diritti degli individui siano rispettati. La trasformazione della tecnologia vocale rappresenta un’opportunità fantastica, ma va bilanciata con una consapevolezza etica indispensabile.