L’evoluzione della società digitale ha portato alla nascita di nuove figure e processi all’interno dell’impresa, tra cui spicca il cosiddetto whistleblowing o segnalazione di attività illecite. Questa pratica ha creato uno scenario complesso dal punto di vista della protezione dei dati personali. In tale contesto, emerge come strumento cardine la DPIA (Valutazione di Impatto sulla Protezione dei Dati).
La DPIA non è un semplice adempimento legato alla piattaforma tecnologica, bensì un complesso processo inerente alla gestione dei dati personali. Il suo scopo è quello di valutare e mitigare eventuali rischi associati al trattamento di queste informazioni sensibili, in modo da garantire la massima privacy al segnalante.
Però, lo sviluppo della DPIA presenta alcuni elementi critici. La valutazione non è un’operazione di routine, ma richiede un’analisi accurata e completa del flusso di dati, delle tecniche di protezione impiegate e dei possibili rischi inerenti al trattamento. Inoltre, la DPIA impone una corretta formazione del personale coinvolto e la creazione di un canale di comunicazione efficiente con il Responsabile della Protezione dei Dati (DPO).
La presenza di queste sfide non deve tuttavia essere vista come un ostacolo, ma come un’opportunità. Una DPIA ben realizzata consente infatti di identificare i possibili rischi in anticipo, permettendo all’organizzazione di adottare adeguate misure di mitigazione e di rafforzare la propria resilienza di fronte alle minacce alla privacy dei dati.
Comprendere e affrontare adeguatamente l’impatto della DPIA nel contesto del whistleblowing risulta quindi essenziale per una gestione normativa impeccabile, in linea con le mutate esigenze del panorama digitale.
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