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L’Impatto dell’Intelligenza Artificiale sui Lavori in Italia: Un’Analisi Dettagliata

Il sistema produttivo italiano è poco digitalizzato e quindi meno esposto all’AI. Scopri l’indagine dell’ISTAT e i lavori più e meno coinvolti.

In Italia, il rapporto tra digitalizzazione e Intelligenza Artificiale (AI) nel mercato del lavoro è ancora limitato. Secondo uno studio condotto da Massimo Armenise, Luigi De Iaco e Marianna Mantuano dell’ISTAT, solo il 5% delle imprese italiane utilizza soluzioni di AI, un valore decisamente inferiore alla media europea dell’8%. Questo ritardo è direttamente legato al grado di digitalizzazione all’interno delle aziende italiane, che rimane relativamente basso.

Il Divario Digitale tra i Paesi Europei

Un esempio di come la digitalizzazione influenzi l’esposizione all’AI è fornito dalla Svezia, uno dei paesi europei più avanzati in termini di digitalizzazione del lavoro. In Svezia, l’adozione dell’AI non ha ancora mostrato effetti definitivi sulla quantità di posti di lavoro, sia in termini di perdite che di creazione di nuove opportunità. Tuttavia, è chiaro che una maggiore digitalizzazione può portare a una maggiore produttività e a cambiamenti significativi nel mercato del lavoro, come evidenziato dallo studio degli autori italiani.

Il Ruolo delle Aziende nell’Adozione dell’AI

Le aziende che investono in tecnologie di AI tendono ad avere maggiori tassi di assunzione e una produttività più elevata. Il Censimento permanente delle imprese 2023 evidenzia che le imprese che hanno adottato soluzioni di AI spesso optano per soluzioni specificamente collegate al loro business. Queste imprese non solo dimostrano una maggiore propensione ad assumere nuove risorse umane, ma anche un incremento di produttività, specialmente nel settore manifatturiero (ad eccezione dei settori Chimico e Farmaceutico).

Le Professioni Più e Meno Esposte all’AI

L’indagine ISTAT ha rivelato che le professioni più esposte all’IA includono ruoli tecnici e ingegneristici, manager dell’informazione, amministrativi e operai specializzati in impianti elettrici ed elettronici. Professioni meno esposte comprendono cuochi, operai stradali, addetti alle pulizie, venditori e agricoltori. Tuttavia, essere esposti all’AI non implica necessariamente che tali lavori siano a rischio; piuttosto, indica una possibile trasformazione radicale dei ruoli lavorativi.

Conclusioni dello Studio

Lo studio conclude che, sebbene il sistema produttivo italiano sia attualmente poco coinvolto nell’uso dell’AI, c’è un crescente interesse. Questo stato di cose potrebbe rassicurare rispetto ai rischi immediati di perdita di posti di lavoro ma potrebbe anche rappresentare un’occasione persa per aumentare produttività e competitività nel medio-lungo termine. Inoltre, si corre il rischio che il digital divide si trasformi in un AI divide, aggravando ulteriormente le disuguaglianze territoriali.

Per ulteriori dettagli, è possibile scaricare il poster dell’indagine qui.