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L’economia della ciambella: una guida verso una crescita sostenibile ed equa

L’economia della ciambella, ideata da Kate Raworth, integra sostenibilità ambientale e benessere sociale, il tutto nell’ambito dei limiti planetari.

L’economia della ciambella sta emergendo come una soluzione innovativa e sostenibile che mira a bilanciare il benessere umano e la sostenibilità ambientale. L’idea, ideata dall’economista britannica Kate Raworth, propone un modello economico che si basa sul raggiungimento di un equilibrio tra le esigenze dell’umanità e la capacità di carico del nostro pianeta. Nel disegno di Raworth, l’obiettivo non è la crescita per se stessa, ma una crescita equa ed equilibrata che tiene conto sia del benessere umano che dell’ambiente.

La “ciambella” di Raworth rappresenta una maniera visiva di concettualizzare questo modello economico. Al centro della ciambella ci sono le necessità umane fondamentali, come la salute, l’istruzione e l’uguaglianza. Questa è la zona di sicurezza umana. Tuttavia, per perseguire queste necessità, non dobbiamo superare la crosta esterna della ciambella, che rappresenta i limiti ecologici del nostro pianeta, come lo sfruttamento delle risorse, il cambio climatico e la perdita di biodiversità.

I primi adottanti di questo modello includono la città di Amsterdam e l’Università di Losanna. Amsterdam ha adottato il modello della ciambella nel suo obiettivo di diventare una città a impatto zero entro il 2050. Allo stesso modo, l’Università di Losanna sta utilizzando il concetto della ciambella per sviluppare strategie di sostenibilità per il proprio campus.

L’economia della ciambella è un modello ambizioso, ma offre un approccio tangibile e praticabile per le sfide ambientali e sociali insite nel nostro sistema economico attuale. La sua adozione su larga scala potrebbe porre le basi per un futuro sostenibile e socialmente equo.

Nel contesto attuale di emergenza climatica ed economica, il modello della ciambella potrebbe diventare uno strumento cruciale per le autorità locali, nazionali e internazionali. Questa nuova visione dell’economia ci invita a ripensare il nostro rapporto con l’ambiente e a creare un sistema economico che contribuisca veramente al benessere di tutti, non solo di alcuni.