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Mantenere i propri dati al sicuro: evitare che vengano utilizzati per formare l’IA

Sapete che alcune aziende permettono di optare per l’esclusione dall’uso dei propri contenuti per l’IA generativa? Scopriamo come fare per recuperare almeno un po’ di controllo.

La corsa alla digitalizzazione è un fenomeno ormai incontrastabile e progressivamente dominante in numerosi settori. Tuttavia, con la proliferazione delle tecnologie dell’intelligenza artificiale (IA) emergono nuove sfide relative alla protezione dei dati personali e al loro uso etico. Una di queste sfide riguarda proprio l’uso delle informazioni personali per formare le IA generative.

Nel momento in cui interagiamo con un servizio digitale, che si tratti di social network, servizi di messaggistica o assistenti virtuali, produciamo una grande quantità di dati. Questi dati, spesso, vengono utilizzati dalle compagnie proprietarie di tali servizi per addestrare i loro algoritmi di machine learning, perfezionando i sistemi di riconoscimento vocale, migliorando le raccomandazioni degli utenti e altre funzioni di intelligenza artificiale. Tuttavia, non tutti sono a conoscenza di questo utilizzo dei propri dati, e ancor meno sanno come evitare che le proprie informazioni personali vengano utilizzate per formare le IA.

Piuttosto che rimanere impotenti di fronte a questo flusso di dati, è possibile prendere delle misure per esercitare un maggiore controllo sul modo in cui le nostre informazioni vengono utilizzate. Alcune compagnie, infatti, offrono la possibilità ai propri utenti di optare per l’esclusione dall’uso dei propri contenuti per l’IA generativa. Vediamo come fare nel caso di alcune fra le principali compagnie.

Nel caso di Microsoft, ad esempio, gli utenti possono fare domanda per la rimozione dei propri dati dal database utilizzato per l’addestramento dell’IA. Inoltre, l’azienda garantisce che i dati personali degli utenti non sono utilizzati per migliorare i servizi di intelligenza artificiale senza il loro esplicito consenso.

Anche Google e la sua piattaforma di generazione di testo IA, Gemini, offrono un’opzione simile. Gli utenti possono scegliere di disattivare l’uso dei propri dati da parte di Gemini, optando per l’esclusione tramite le impostazioni del profilo utente. La stessa opzione è offerta dalla popolare piattaforma di chatbot GPT-3.

Concludiamo sottolineando che proteggere i propri dati personali non dovrebbe essere un onere per l’utente, ma c’è un’indubbia necessità di essere proattivi per prevenire abusi. La privacy dei dati, inoltre, non implica solo la sicurezza dei dati stessi, ma anche il controllo sull’uso che viene fatto di essi. Questo vale non solo per i dati condivisi volontariamente, ma anche per quelli generati automaticamente attraverso le nostre azioni online. È quindi fondamentale informarsi e agire di conseguenza su come le aziende utilizzano i nostri dati.