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La gestione oculata dei dati sanitari nell’era digitale

Le nuove direttive Pnrr segnano una svolta nella gestione dei dati sanitari, puntando a innalzare il livello della medicina.

La trasformazione digitale dell’assistenza sanitaria sta assumendo una forma sempre più concreta, alimentata da direttive come quelle emergenti dal decreto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Queste ultime delineano i contorni di un’evoluzione imminente, dove la gestione dei dati sanitari diviene un caposaldo del futuro della medicina. Un’evoluzione che si declina nell’impegno per l’adozione di sistemi di telemedicina e il potenziale dei progetti di intelligenza artificiale.

Il recente evento “Data Talks” a Roma, promosso da Culture in collaborazione con il Parlamento europeo e la Commissione europea, ha sollevato questioni fondamentali sul binomio innovazione tecnologica e tutela dei dati personali. Parliamo di un’innovazione che deve incedere al passo con l’etica e la protezione dei dati, garantendo benessere e accessibilità universale ai trattamenti sanitari.

Il progetto pilota “European Health Data Space (EHDS)”, al centro delle discussioni, rappresenta un punto di partenza verso la creazione di uno spazio europeo condiviso di dati sanitari. Il quadro che emerge è quello di un ecosistema di dati sanitari in cui si intrecciano fascicoli sanitari elettronici, piattaforme di telemedicina e servizi digitale come teleconsulto e telemonitoraggio.

A livello nazionale, l’accento viene posto sulla necessità di raccogliere e gestire i dati, anche quelli pseudonimizzati, allo scopo di monitorare l’efficacia dei servizi di telemedicina e implementare progetti di intelligenza artificiale. Tale trattamento dati ha applicazioni in vari campi, da quello della diagnosi e riabilitazione alla ricerca scientifica, dalla prevenzione alla pianificazione sanitaria.

Le nuove disposizioni del Pnrr pongono l’accento sul rinnovato impegno dello Stato a sostenere lo sviluppo tecnologico nel settore sanitario. Ciò significa anche un adeguamento infrastrutturale e tecnico, con una particolare attenzione rivolta alla privacy e al trattamento etico dei dati relativi alla salute.

Quali sono le implicazioni di questa trasformazione? Più che mai, i dati sanitari sono diventati una risorsa strategica, un asset di estremo valore scientifico e commerciale che deve essere governato con saggezza e previdenza. I dati non sono solo una questione di privacy, ma una questione di vita per molte persone.

La direzione delineata dalle nuove normative invita a una riflessione seria sull’equilibrio tra il diritto alla privacy e l’esigenza di utilizzare i dati sanitari per il progresso della medicina e per la prevenzione di malattie e epidemie, come dimostrato dall’emergenza Covid-19.

La creazione di un quadro sicuro, affidabile e federato per la gestione dei dati sanitari non si configura più come un’opzione, ma come un requisito indispensabile per un’assistenza sanitaria in grado di rispondere alle sfide del presente e del futuro. E’ necessario, infatti, un modello di collaborazione transfrontaliera che possa favorire la circolazione di conoscenze e pratiche all’avanguardia, a beneficio di tutti i cittadini europei.

Assistiamo, dunque, ad un passaggio epocale dove il valore dei dati sanitari si pone alla base di un nuovo paradigma di salute condivisa e digitalizzata, dotando i professionisti del settore e i pazienti di strumenti sempre più efficaci nella lotta contro malattie e nella promozione di stili di vita sani.