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L’Italia punta al futuro: la strategia nazionale sull’AI

Il Governo italiano ha in serbo piani ambiziosi per l’Intelligenza Artificiale: un investimento miliardario mira a costruire una “via italiana” verso l’AI.

L’evoluzione tecnologica dell’Intelligenza Artificiale (AI) rappresenta una svolta cruciale per le prospettive di crescita e innovazione di un Paese. Nel contesto internazionale, l’Italia si propone di emergere con una propria identità nel settore, delineando un percorso basato su valori umanistici e sviluppo etico dell’AI. Con inizio dalla sua presidenza del G7, il Governo guidato da Giorgia Meloni ha palesato la volontà di far dell’AI uno dei pilastri portanti della propria agenda.

Un recente incontro promosso dall’Agid ha riunito attori chiave del settore, comprese istituzioni, aziende di varie dimensioni e rappresentanti accademici, per discutere l’inasprimento di una tecnologia che, pur rappresentando il presente e il futuro dell’innovazione, comporta anche rischi notevoli legati a fake news, deep fake e furti d’identità. La sfida è quindi quella di promuovere uno sviluppo che sia non solo tecnologicamente avanzato, ma anche responsabile e inclusivo.

Il punto di partenza tecnico ed etico per lo sviluppo dell’AI è delineato dall’approvazione imminente del AI Act europeo, che intende fornire un framework normativo equilibrato. La creazione di questo contesto è percepita come un’opportunità per l’Italia di fungere da collegamento tra diversi paesi e continenti. L’ambizioso obiettivo è di non perdere l’occasione di un settore così promettente, con stime che prevedono un contributo fino a 16 trilioni di dollari per l’economia globale entro il prossimo decennio.

i rischi associati all’uso scorretto della tecnologia pongono anche un problema di governance, motivo per cui il governo italiano sta valutando la creazione di un’agenzia, non un’autorità indipendente, che possa monitorare e regolare l’uso delle AI.

Nel panorama nazionale, la diffusione di soluzioni basate sull’AI è ancora bassa tra imprese e amministrazioni pubbliche; per invertire la tendenza è fondamentale investire su produttività e efficienza, oltre a focalizzarsi sulla crescita dell’ecosistema tecnologico e sul potenziamento della potenza di calcolo, per cui il supercomputer Leonardo a Bologna rappresenta un ottimo punto di partenza.

La premier Meloni ha sottolineato l’importanza del sostegno alla ricerca e alla sperimentazione, citando una legislazione imminente che integri i principi e le regole complementari al regolamento europeo, allo scopo di favorire un settore produttivo dinamico e competitivo.

L’importanza di una “via italiana all’intelligenza artificiale” è stata ribadita più volte, evocando la necessità di un percorso distinto e originale che contribuisca sia alla crescita economica sia a un progresso tecnologico consapevole e controllato.

La Direttore per l’Intelligenza Artificiale e l’Industria Digitale, Lucilla Sioli, ha delineato le quattro categorie di rischio contemplate dall’AI Act, che includono rischi inaccettabili come il social scoring, al fine di implementare un quadro normativo che instaure fiducia e contestualmente sia in grado di mitigare gli eventuali abusi della tecnologia.