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Il divario infrastrutturale italiano

Scopriamo l’importanza delle infrastrutture per lo sviluppo economico e come esse influenzano le disparità regionali in Italia.

Il tessuto infrastrutturale di un paese riveste un ruolo vitale non soltanto nel garantire la mobilità dei cittadini ma anche nell’equilibrare lo sviluppo economico tra le diverse aree geografiche. In particolare, l’Italia si confronta da decenni con lacune infrastrutturali notevoli e divari regionali significativi, una tematica su cui anche la Banca d’Italia ha condotto approfondite analisi.

Esaminando la dotazione infrastrutturale di ciascuna regione italiana, si scopre che il Friuli Venezia Giulia beneficia di un’eccellente rete di strade e autostrade, posizionandosi ben al di sopra della media nazionale. Allo stesso modo, regioni come Piemonte e Abruzzo si distinguono per un’ampia rete autostradale in proporzione alla densità della popolazione.

Tuttavia, la situazione è radicalmente diversa per aree insulari come la Sardegna, la cui infrastruttura stradale è penalizzata dalla lontananza dai centri di sviluppo economico del Paese. Inoltre, è necessario considerare anche le infrastrutture ferroviarie, nelle quali la Sardegna ancora una volta figura tra le regioni meno servite, seguita dal Trentino Alto Adige che paga il prezzo dell’assenza dell’Alta Velocità nel suo territorio.

Un importante termometro dello sviluppo infrastrutturale è rappresentato dagli aeroporti. Le regioni di Emilia Romagna, Lombardia e Lazio si distinguono per dotazione aeroportuale, anche grazie alla presenza di strutture nazionali di grande portata. Al contrario, la Sardegna si conferma in una posizione di grave svantaggio anche riguardo al collegamento aereo, fondamentale per un’isola.

Queste disparità sono la diretta conseguenza di un calo della spesa pubblica dedicata agli investimenti in infrastrutture, che ha visto una riduzione dal 4,6% al 2,9% tra il 2009 e il 2019. Tale contrazione ha inciduto inevitabilmente sulle aree già strutturalmente più deboli, amplificando il divario infrastrutturale che penalizza in particolare i territori del Sud e delle isole.

Quali soluzioni possibili per ridurre questo gap? Innanzitutto, politiche di investimento pubblico mirate e lungimiranti, focalizzate sul potenziamento delle reti esistenti e sulla costruzione di nuove infrastrutture nelle aree più disagiate. Inoltre, è indispensabile favorire un clima di collaborazione tra settore pubblico e privato, per attirare investimenti esterni e creare opportunità di crescita locale.

È innegabile che le infrastrutture costituiscano le arterie vitali dell’economia: solo assicurando una rete trasportistica efficiente ed equamente distribuita, l’Italia potrà aspirare a una crescita bilanciata e inclusiva, che lasci indietro nessuna regione.